70esima Edizione dei David di Donatello
Un trionfo per il cinema d’autore e un segnale forte per le produzioni indipendenti.
Vermiglio di Maura Delpero è il grande vincitore della 70ª edizione dei David di Donatello, svoltasi ieri, 7 maggio 2025, negli Studi di Cinecittà a Roma, all'interno del celebre Teatro 5. Il film ha conquistato 7 statuette, tra cui Miglior Film, Migliore Sceneggiatura Originale e Miglior Regia. Questo ultimo riconoscimento è particolarmente significativo perché vede la vittoria di una regista donna, Maura Delpero, appunto, da quando il premio è stato istituito.
La cerimonia, trasmessa in diretta su Rai 1, è stata condotta da Elena Sofia Ricci e Mika, che hanno portato energia, professionalità e passione sul palco.
Di seguito l'elenco dei principali vincitori:
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Miglior Film: Vermiglio di Maura Delpero
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Miglior Regia: Maura Delpero – Vermiglio
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Miglior Regista Esordiente: Margherita Vicario – Gloria!
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Migliore Attrice Protagonista: Tecla Insolia – L'arte della gioia
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Miglior Attore Protagonista: Elio Germano – Berlinguer - La grande ambizione
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Miglior Attrice Non Protagonista: Valeria Bruni Tedeschi – L'arte della gioia
- Miglior Attore Non Protagonista: Francesco di Leva - Familia
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Miglior Film Internazionale: Anora di Sean Baker
Vermiglio, prodotto da Cinedora con Rai Cinema e partner internazionali, rappresenta, un successo per il cinema indipendente. Ma anche quel piccolo gioiellino che è Gloria! di Margherita Vicario, prodotto da Tempesta con Tellfilm, ha ottenuto riconoscimenti, tra cui Miglior Regista Esordiente e Miglior Canzone Originale.
Durante la serata, sono stati assegnati, poi, premi speciali a:
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Pupi Avati: David alla carriera
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Giuseppe Tornatore: Premio speciale Cinecittà
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Timothée Chalamet: David speciale
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Ornella Muti: David speciale
- Ferzan Ozpetek: David dello spettatore
Molti discorsi sono stati pronunciati e da ricordare c'è sicuramente quelli di Chalamet che ha ringraziato Luca Guadagnino con cui ha collaborato in Call Me by Your Name e in Bones and All. Delpero ha poi ritirato una delle statuette affermando che "Qualcosa sta finalmente cambiando" per sottolineare, come detto, la sua storica vittoria come migliore regista e che, insieme a lei, concorressero all'ambito premio ben altre due donne, Francesca Comencini e Valeria Golino. Più politici, invece, sono stati i discorsi del grande Pupi Avati e dell'immenso Elio Germano: il primo ha, infatti, suggerito a Schlein di chiedere a Meloni e Giorgetti di fare qualcosa per il cinema italiano le cui condizioni precarie sono ben evidenti e sotto gli occhi di tutti e tutte, mentre il secondo ha sottolineato l'importanza della parità non solo di genere, ma di trattamento e possibilità di futuro per ogni singolo essere umano, includendo israeliani e palestinesi, italiani e stranieri.
Commosso e toccante è stato, invece, il discorso dell'emozionatissima Tecla Insolia, straordinaria interprete de L'arte della gioia, che ha ringraziato la sua regista Valeria Golino senza, però, comunque dimenticare l'importanza della libertà. Chiaro riferimento alle terribili e genocide guerre in atto.
La cerimonia dei David di Donatello 2025 ci ha ricordato, ancora una volta, quanto il cinema italiano sia in grado di essere vivo, vibrante e capace di raccontare il nostro tempo con profondità e bellezza. Tra conferme e sorprese emozionanti, questa edizione ha saputo celebrare non solo il talento degli artisti, ma anche la forza delle storie che sanno arrivare al cuore del pubblico dando, finalmente, lo spazio necessario e giusto alle donne, non per creare dicotomie tra maschile e femminile ma per creare l'integrazione che l'arte ambisce a realizzare.
Non ci resta che tornare in sala, con occhi nuovi e rinnovata curiosità, per scoprire quali emozioni ci riserverà il grande schermo nei mesi a venire.
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